Le persone viaggiano per stupirsi delle montagne, dei mari, dei fiumi, delle stelle; e passano accanto a se stessi senza meravigliarsi.
Sant'Agostino
Mi chiamo Giovanna Bonavolontà ed il mio “primo amore” è stato il corpo, inteso come espressione della propria anima. Il mio percorso di studi è stato eterogeneo ma con un filo conduttore : viverlo intensamente, anche attraverso l’attività sportiva che pratico tuttora e che mi offre spunti importanti nella pratica terapeutica.
Approfondire con lo studio la complessità che caratterizza il binomio mente-corpo è tutt’ora oggetto di interesse e di studio. Dopo un esperienza decennale nell’ambito dell’attività fisica, mi sono avvicinata al mondo del disagio psichico (al quale sono tuttora vicina attraverso dei corsi di attività psicomotoria che svolgo presso il Centro Salute Mentale) ed ho iniziato il mio percorso di studi frequentando il Corso Triennale di Psicomotricità ed il corso biennale in Tecniche di Rilassamento presso l’Istituto Ciserpp di Verona, cui è seguita discussione presso l’Istituto ISRP di Parigi.
Contemporaneamente, ho conseguito la Laurea in Psicologia Clinica a Padova ed ho scelto di specializzarmi in Psicologia della Gestalt presso l’Istituto Hcc Kairos di Mestre, il cui principio di base è proprio il corpo in relazione. In terapia integro aspetti provenienti sia dal percorso di Psicomotricità che dalla Psicologia della Gestalt qualora possa essere funzionale al setting terapeutico.
Sinteticamente posso affermare che ho potuto notare quanto siano importanti le informazioni che ricaviamo spontaneamente dal modo in cui una persona si muove e si relaziona e quanto queste incidano negli scambi verbali. Questa mia attitudine mi porta a lavorare spesso con piccoli pazienti, con adulti che soffrono di disagio psichico ed, in generale ,con coloro che non si trovano a proprio agio con le parole.
La vita non è ciò che ti accade ma quel che ne fai con ciò che resta.
L’approccio fa riferimento al modello della Psicoterapia della Gestalt della scuola HCC Kairos : da ciò che emerge nella relazione terapeutica si coglie, volta per volta, il filo che aiuta il paziente a trovare i contorni della propria difficoltà.
A questo proposito cito alcune righe di Giovanni Salonia, direttore scientifico dell’Istituto insieme a Valeria Conte:
“Il respiro porta a se stessi e all’altro: scoprire il proprio respiro significa aprirsi al respiro dell’altro , a quello degli alberi, a quello della vita. La parola costruisce trame relazionali, quando nasce dal mio respiro e raggiunge il respiro dell’altro. Il respiro parla e la parola respira. Anche se in lingue differenti, gli umani si incontrano quando si donano parole piene del loro respiro e capaci di raggiungere le vibrazioni dell’altro”
(Giovanni Salonia , “Sulla felicità e dintorni”, Il Pozzo di Giacobbe 2011)
L’utilizzo delle tecniche di respirazione e di rilassamento possono essere offerte per indurre le condizioni favorevoli a tale scopo.
Psicologa Psicoterapeuta
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Iscritto all'Ordine degli Psicologi del Veneto col n. 8998